Giusto o sbagliato

Giusto o sbagliato?

La salute: un percorso complesso, non una lista di comportamenti “giusti” o “sbagliati”

Quando parliamo di salute, è fondamentale ricordare che non esiste un comportamento “giusto” o “sbagliato” in senso assoluto. La salute è una dimensione complessa e multifattoriale, influenzata da una molteplicità di elementi che vanno ben oltre le scelte individuali.
Nessun singolo comportamento, da solo, può garantire benessere o determinare una malattia.

La salute è il risultato di un’interazione complessa

Il benessere e la prevenzione delle malattie derivano dall’interazione di più fattori: genetica, ambiente, determinanti sociali, risorse personali e collettive. La narrazione dominante spesso si concentra su scelte individuali come l’alimentazione o l’attività fisica, ignorando che queste sono solo una parte del quadro complessivo.

Ad esempio, un singolo comportamento “a rischio” potrebbe non avere alcun impatto negativo sulla salute se inserito in un contesto di vita caratterizzato da abbondanti risorse e supporto. Numerose ricerche sulla correlazione tra alcol e salute evidenziano che un consumo moderato possa persino avere effetti protettivi, nonostante l’alcol sia una sostanza priva di valore nutritivo e intrinsecamente tossica per l’organismo. Questo apparente paradosso si spiega osservando che le persone che consumano alcol in maniera moderata appartengono spesso a gruppi con privilegi socioeconomici e culturali, i quali vivono una serie di fattori protettivi che contribuiscono a mitigare eventuali rischi.

Al contrario, i fattori di rischio sono spesso correlati a oppressioni sistemiche che limitano le possibilità di scelta delle persone. Comportamenti considerati “sbagliati” o “a rischio” come fumare, seguire un’alimentazione scarsamente nutriente o fare uso di sostanze possono essere il risultato di condizioni di vita svantaggiose. Discriminazione, mancanza di accesso alle risorse, precarietà economica e altre forme di oppressione sistemica sono determinanti che incidono profondamente sulla salute.

Puntare il dito contro un comportamento senza considerare il contesto di vita della persona non genera alcun miglioramento. Anzi, rischia di aggiungere un ulteriore carico mentale ed emotivo, riducendo ulteriormente le risorse psico-fisiche di chi già si trova in difficoltà.

La salute è un diritto, non un dovere

Prendersi cura della salute non dovrebbe mai diventare un obbligo morale o un criterio per giudicare il valore di una persona. La salute è un diritto, non un dovere. Ogni individuo ha il diritto di scegliere come vivere la propria vita, incluso il diritto di non aderire a determinati standard di benessere.

La prevenzione e la psico-educazione dovrebbero essere promosse dal personale medico-sanitario senza alcun giudizio morale. Un approccio rispettoso del contesto e delle risorse disponibili permette di sostenere le persone senza imporre modelli ideali o irraggiungibili.

Anche chi ha risorse perde risorse in un contesto di cura giudicante

In contesti privilegiati, le persone dispongono di maggiori risorse per prendere decisioni orientate al benessere, se lo desiderano. Tuttavia, una narrazione medica focalizzata sulla dicotomia giusto/sbagliato finisce per produrre effetti negativi anche in questi casi. Colpevolizzazioni, rigidità e perdita di fiducia in sé stessi e nelle proprie competenze sono solo alcune delle conseguenze di un approccio giudicante.

Prendersi cura di sé, anche in contesti privilegiati, non elimina la fatica che ciò comporta. I privilegi sono risorse fondamentali, ma da soli non sempre sono sufficienti. Per molte persone, l’impegno dedicato alla propria cura rappresenta una fonte di legittimo orgoglio personale, soprattutto in una società che eleva la salute a status symbol. Tuttavia, è importante che questo orgoglio non sfoci in atteggiamenti paternalistici verso chi non segue gli stessi standard, né in sentimenti di autosvalutazione quando diventa difficile mantenere costantemente uno stile di vita protettivo.

Quindi… come promuovere comportamenti protettivi?

Se ci rivolgiamo a persone con risorse e privilegi:

È importante promuovere autonomia, fiducia e capacità di intuizione. Risorse e conoscenze si intrecciano in modo spontaneo, componendo un puzzle di comportamenti protettivi scelti in armonia con le proprie inclinazioni. Sottolineare la complessità e la multifattorialità della salute consente di lasciare spazio ed energie per una varietà di azioni di cura, evitando una visione rigida o semplificata.

Se ci rivolgiamo a persone con scarse risorse:

Dobbiamo adottare un approccio di riduzione del danno (Harm Reduction). Questo significa aiutare le persone a minimizzare i comportamenti sfavorevoli, non per forza ad eliminarli, integrandoli in un contesto educativo che favorisca la gestione del rischio. L’obiettivo non è imporre perfezione o standard irrealistici, ma fornire strumenti concreti per migliorare le condizioni di vita, passo dopo passo, considerando la salute non come una performance, ma come una risorsa.

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